Il pensiero di pirandello scuola media

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Durante le lezioni di teatro alle scuole medie, abbiamo appreso che il punto di massimo splendore del teatro assurdo è stato raggiunto intorno agli anni Cinquanta, quindi Luigi Pirandello è incredibilmente degno di nota in quanto tale opera è stata scritta ai suoi tempi (qualche decennio prima del boom vero e proprio). Prima di passare alla valutazione, vorrei scusarmi perché al momento non mi sento sano di mente dopo 18 ore di veglia (rispetto alle 26 ore di sonno giornaliere, è troppo). Se suggerisco qualcosa di folle, probabilmente intendo qualcosa di folle.
In primo luogo, tutti i personaggi di un'opera teatrale sono voci di qualcuno. Questo qualcuno deve essere reale ed esistente da qualche parte nel mondo, anche se l'esistenza dovrebbe essere nel regno ipotetico, purché il personaggio riesca ad esistere in modo verosimile. Se questa regola venisse infranta, l'opera avrebbe difficoltà ad attirare l'attenzione del pubblico. Questo è dimostrato dal fatto che i personaggi rappresentano presumibilmente un carattere, un essere, un pensiero di un autore, un pensiero di un altro essere, ecc. Negare questo equivale a dire che un essere non esiste quando in realtà esiste.
Drammaturgia e teatro nella letteratura inglese
M.A.C. van HaarenDipartimento di Psicologia Medica, Leiden University Medical Center (LUMC)PO Box 9600NL-2300 RC Leiden (Paesi Bassi)Tel. +31 641 777 418, E-Mail [email protected]
Premessa: Subire un ictus ha implicazioni importanti per il paziente. Per capire la sofferenza umana, bisogna capire la società. Pirandello ha descritto la società come un'entità superiore all'individuo, giustificando così l'adattabilità dell'uomo alla società. Esploriamo una scoperta qualitativa che suggerisce che le tendenze sociali possono influenzare il modo in cui i pazienti con ictus danno priorità agli aspetti della loro riabilitazione. Metodi: Confrontiamo l'esperienza di un paziente contemporaneo nel recupero dell'ictus con quella di un personaggio immaginario delle opere di Luigi Pirandello. Entrambi i pazienti presentavano due principali sintomi residui: emiparesi e afasia. Risultati: Le priorità riabilitative dei due pazienti erano diverse e sembravano riflettere le esigenze contemporanee della società. La mobilità era la priorità nel 1910, la comunicazione nel 2010. Tuttavia, gli aspetti essenziali dell'"essere un paziente con ictus" sono rimasti invariati: entrambi i pazienti hanno mantenuto un senso di sé ed entrambi hanno affrontato le emozioni con speranza. Conclusioni: Concludiamo che i pazienti con ictus rispondono alle richieste e alle aspettative della società contemporanea. Attualmente, la società richiede la partecipazione a un ampio ambiente sociale e questo si riflette nelle priorità dei pazienti con ictus. Questa analogia potrebbe consentire ai medici di comprendere meglio l'impatto sociale dell'ictus e, di conseguenza, di offrire interventi appropriati per migliorare i risultati della riabilitazione dei singoli pazienti.
Sei personaggi in cerca di un testo d'autore
2. I riferimenti topografici specifici che abbondano nel testo chiariscono che la storia si svolge a Palermo. Piazza Marina è un punto di riferimento ben noto, situato nel centro storico della città.
4. Pirandello fa riferimento a una leggenda della provincia di Taranto, in Puglia, nell'Italia meridionale. Si credeva che il morso del ragno lupo, comunemente chiamato "tarantola" nella regione, portasse a una condizione isterica chiamata "tarantismo". La danza veloce, la tarantella, prende il nome da questa condizione leggendaria. [Nota del traduttore]
5. Via Butera è un altro riferimento specifico a Palermo. La strada prende il nome dallo storico Palazzo Butera, un palazzo barocco affacciato sul Mediterraneo, situato vicino a Piazza Marina, di cui si è parlato in precedenza.
6. Il capitano Petella del racconto diventerà il capitano Perella nell'adattamento teatrale. Questa è una delle minime modifiche apportate da Pirandello nell'adattamento del racconto per il palcoscenico, pur decidendo di lasciare sostanzialmente inalterata la trama.
Hai ragione (se pensi di averne)
Cesarino corse fino a casa sua, in via Finanze.[7] Quando fu a pochi passi, vide il cancello d'ingresso semichiuso e si sentì le gambe deboli. "Fatti coraggio!" gli ripeté la custode, che sapeva cosa era successo. Tutta la casa era in disordine, come se la morte vi fosse entrata con violenza.
"Oh, Signorino!"[9] esclamò la serva, stringendo le mani. "Che cosa posso dire? Non so nulla. È quello che cercavo di spiegare alla levatrice... Non so proprio nulla! Non è mai venuto nessuno qui, lo giuro!" "Non ha mai detto niente?" "Mai, niente! Non si è mai confidata con me, e beh, non spettava certo a me chiedere... Ma piangeva, sa? Non usciva mai di casa, non da quando aveva cominciato a manifestarsi... sicuramente capisci..." "Cesarino, inorridito, alzò le mani per fare segno al servo di tacere. Per quanto quella morte improvvisa lo avesse gettato in un vuoto spaventoso con il bisogno irrefrenabile di sapere, non voleva sapere. Il disonore era troppo grande. Sua madre era morta per questo motivo, ed era ancora nell'altra stanza. Si premette il viso con le mani e si avvicinò alla finestra per restare solo. Nell'oscurità della sua mente, cominciò a fare le sue supposizioni.